Libri
I servizi di prossimità come beni comuni. Una nuova prospettiva per la montagna
Luigi Lorenzetti e Roberto Leggero (a cura di), I servizi di prossimità come beni comuni. Una nuova prospettiva per la montagna Donzelli editore Collana: Saggi. Natura e artefatto 2024, pp. 288
ISBN: 9788855225441
Negli ultimi anni, e con maggiore intensità a partire dall’esplosione della pandemia, si sono registrati fenomeni di mobilità dalla città verso la montagna. Sempre più, abitanti delle aree urbane hanno scelto di trasferirsi in località di valle, spesso marginali e spopolate, per sfuggire alle città, percepite come malsane e pericolose, per promuovere nuove attività o per approfittare del telelavoro in una quotidianità più vicina alla natura. La prossimità crea legami sociali che strutturano la vita quotidiana degli individui, ma il ruolo e il rapporto con la dimensione geografica, relazionale e della quotidianità può variare a seconda del quadro storico e quindi degli specifici ambiti economici, sociali, politici e culturali. In quale misura la marginalizzazione socioeconomica e territoriale che tocca molte aree dello spazio alpino è legata al depotenziamento subìto negli ultimi decenni dai servizi di prossimità (negozi, bar, posta, scuole, presidi sanitari) presenti in questi territori? E come l’odierno dibattito attorno ai «beni comuni» può essere la premessa per una loro rigenerazione? Il volume cerca di rispondere a queste domande attraverso contributi che, da prospettive diverse, esaminano il ruolo dei servizi di prossimità nelle traiettorie storiche e nelle attuali realtà delle comunità montane. Allo stesso tempo, dà voce a un ventaglio di esperienze al cui centro vi sono le varie e sfaccettate declinazioni, forme e funzioni assunte dai servizi di prossimità.
Le Alpi di Clio. Scritti per i venti anni del Laboratorio di Storia delle Alpi (2000-2020)
A cura di Luigi Lorenzetti
Prefazione di Riccardo Blumer
Le Alpi di Clio. Scritti per i venti anni del Laboratorio di Storia delle Alpi (2000-2020)
Anno: 2020
ISBN 978-88-8281-562-2
Da venti anni, il Laboratorio di Storia delle Alpi promuove e sviluppa attività e ricerche dedicate alla storia dello spazio alpino. Nato nel 2000 sotto gli auspici dell’Università della Svizzera italiana e dell’Associazione internazionale per la Storia delle Alpi, dal 2006 esso svolge la sua attività scientifica e didattica nell’ambito dell’Accademia di architettura di Mendrisio.
I saggi raccolti in questo volume vogliono render conto della ricchezza e varietà della ricerca storica sulle Alpi. Spaziando dalla storia materiale alla storia delle idee e ponendo l’attenzione su alcuni aspetti che hanno contribuito a forgiare le loro trasformazioni nel corso del tempo – le migrazioni, l’uso delle risorse, il turismo, i rapporti con il mondo industriale ed urbano, ecc. –, essi testimoniano il ruolo della storia quale irrinunciabile strumento per leggere e comprendere la realtà in cui viviamo e per staccarsi da uno sguardo schiacciato sul presente, che priva le società di prospettive e progettualità.
In un momento storico il cui il mondo si interroga sulle importanti sfide del prossimo futuro – dal cambiamento climatico alla transizione energetica, dalla ridefinizione della globalizzazione ai flussi migratori – le Alpi, con le loro potenzialità (ma anche lo loro fragilità), possono diventare lo spazio in cui progettare la sostenibilità del futuro, restituendo loro quel ruolo di attrici della costruzione europea che per secoli seppero svolgere.
Montagne e territori ibridi tra urbanità e ruralità
a cura di
Luigi Lorenzetti, Roberto Leggero
14.5 x 19 cm, 256 pp.
29 ill. b/n
brossura
italiano, inglese
ISBN 9788887624946
€ 25 / frs 25.–
Si possono descrivere i territori di montagna e i territori ibridi o “rurbani”, come luoghi nei quali urbanità e ruralità coesistono in uno scambio costante e dinamico? Oppure li si deve considerare come il risultato della contrapposizione tra mondo urbano e mondo rurale? Il compito dell’osservatore e dello studioso è comprendere gli intrecci o individuare i limiti dell’uno e dell’altro? Dai contributi riuniti in questo volume emerge la necessità di leggere il territorio montano e le ibridazioni tra urbano e rurale, attraverso un approccio transdisciplinare. Non esiste un solo punto di osservazione e una sola ragione osservativa. Ma se i territori sussistono solo in relazione al modo in cui li viviamo, li descriviamo e ce ne appropriamo, è indispensabile moltiplicare e far interagire diversi punti di vista per poterne cogliere la struttura profonda.
Relire l'altitude. La terre et ses usages. Suisse et espaces avoisinants, XIIe-XXIe siècles
Lorsqu’il parcourt le Val d’Illiez dans les années 1770, l’artiste genevois Marc-Théodore Bourrit, compagnon d’excursions d’Horace-Bénédict de Saussure, s’émerveille à la vue de cette vallée « embellie de champs et de pâturages […] dont les flancs ont été cultivés jusqu’à la plus grande hauteur ». Or, rien de tout cela ne subsiste aujourd’hui. Le paysage agraire décrit par Bourrit a disparu : les champs cultivés ont laissé la place aux prés de fauche et, dans les hauteurs, il ne reste aucune trace des cultures d’autrefois.
Inspiré par ce témoignage, ce livre réunit une série d’études qui, dans une perspective historique, analysent le rôle de l’altitude dans les formes d’appropriation et de mise en valeur du sol, aussi bien dans les hautes terres de montagne que dans les basses terres des fonds de vallée de l’espace helvétique et de ses régions avoisinantes.
En conjuguant les approches de l’histoire environnementale, de l’histoire du territoire et de l’histoire économique et sociale, les auteur·e·s s’interrogent sur le rapport entre l’altitude et les formes de propriété et d’usage des terres à travers diverses perspectives dont la variété des systèmes agro-pastoraux, l’influence de l’économie de marché, ainsi que les cadres et les variables politiques et institutionnelles.
En effet, loin d’être figées, les relations entre l’homme et son milieu se modifient au fil du temps et l’altitude est moins une contrainte qu’une opportunité que certaines sociétés ont su valoriser et utiliser à leur profit.
Domatori dei prìncipi e altre note di storia svizzera (secoli XII-XVI)
Roberto Leggero
Forum, Udine 2018
collana: Tracce. Itinerari di ricerca/Area umanistica e della formazione
formato: cm 17x24
pagine: 272
prezzo: 25,00 €
ISBN: 978-88-3283-070-5
La storia delle terre ticinesi fra XII e XVI secolo non è di carattere puramente diplomatico o militare. C’è un livello più antico e più profondo: la gestione collettiva delle risorse naturali e dei beni comuni, essenziali per l’economia delle comunità alpine. Sulla base di un’ampia serie di atti e documenti pubblici e privati, il volume analizza come le necessità e le competenze ‘diplomatiche’ e ‘politiche’, indispensabili alle comunità per amministrare e gestire efficacemente risorse naturali e proprietà collettive, abbiano contribuito a dare origine alla Svizzera moderna e alle sue peculiarità. Percorrendo tale linea di indagine, si scoprono gli usi e i costumi dei comuni alpini medievali e tardomedievali, i loro problemi economici, le difficoltà legate alle interazioni con l’ambiente naturale e le altre realtà istituzionali. Viene inoltre presentata l’opera inedita di un nipote del famoso storico Paolo Giovio, Alessandro (Descrittione de otto cantoni de Suizzeri, circa 1547), che rivela l’interesse dell’epoca per la Svizzera, proponendone un’immagine ‘dall’esterno’. «Questi Svizari – si chiedeva Alessandro Giovio – che ne passato si domandavano domatori de principi et defensori de la libertà ecclesiastica, et davano legge a gli altri potentati» stavano forse per «diminuire de la grandeza loro» e trasformarsi in una monarchia?
Lavoro e impresa nelle società preindustriali
a cura di
Roberto Leggero
14.5 x 19 cm, 264 pp.
21 ill. b/n
brossura
italiano, inglese
ISBN 9788887624830
€ 25 / frs 25.–
Come si lavorava, come si accumulava il reddito e come si faceva impresa nelle società preindustriali? Scorrendo il volume il lettore scoprirà, grazie alle esperienze descritte, un insieme di caratteri qualificanti le diverse attività lavorative. Alcuni sono ben noti, altri forse meno, ma tutti ricadono in tre ambiti: la diversificazione delle fonti di reddito, la costruzione di reti di contatti (professionali e parentali, politici e religiosi), l’adozione di complesse strategie imprenditoriali.
Alpi e patrimonio industriale
a cura di
Luigi Lorenzetti
Nelly Valsangiacomo
14.5 x 19 cm, 308 pp.
31 ill. b/n
brossura
italiano, francese, tedesco
ISBN 9788887624786
€ 25 / frs 25.–
Esaurito
Open Access
Cosa racconta il passato industriale delle Alpi?
I vari studi contenuti in questo volume si interrogano su differenze e similitudini della patrimonializzazione dell’industria rispetto all’evoluzione della memoria e della costruzione patrimoniale promossa in questi ultimi decenni nel mondo alpino.
Reframing the History of Family and Kinship: From the Alps towards Europe
D. Albera, L. Lorenzetti, J. Mathieu (eds.)
Peter Lang
ISBN 978-3-0343-2127-3
Over the past few years, the cross-disciplinary field of research devoted to family and kinship history in Europe has seen the emergence of an important stream of studies developing wide-range comparative perspectives on great spaces and long periods. Their hypotheses and interpretative models differ somewhat regard of the factors taken into account, and of the underlying logic identified for these processes. The first part of this volume present a broad discussion of these recent developments. The chapters in the second part have an alpine focus and are dealing more or less directly with the theoretical framework proposed by Dionigi Albera’s book, Au fil de generations. The contributions to the third part of the book are further opening up the field. They leave the alpine terrain and are dedicated to some European contexts, with approaches that are generally influenced by the experience of Albera’s analysis of Alpine Europe.
Montagne, comunità e lavoro tra XIV e XVIII secolo
a cura di
Roberto Leggero
14.5 x 19 cm, 260 pp.
27 ill. b/n
brossura
italiano
ISBN 9788887624724
€ 20 / frs 20.–
Open Access
Il tema del volume è la definizione del rapporto tra comunità e lavoro in ambito alpino e prealpino. L’ambiente delle Alpi, infatti, ha determinato forme specifiche di organizzazione del lavoro e della proprietà, per esempio enfatizzando il ruolo della gestione collettiva dei beni fondiari, ma, al tempo stesso, l’organizzazione del lavoro ha modificato e connotato diversamente la vita delle comunità montane rispetto a quella delle comunità di pianura. Le aree alpine fornivano opportunità non sempre presenti altrove: attività di sfruttamento dei boschi e delle acque, di guida e di someggiatura legate ai passi e ai transiti di viaggiatori, erano solo alcuni degli ambiti di lavoro possibili in queste zone. I testi che il lettore troverà nel volume sono stati organizzati in cinque sezioni: la prima dedicata alle necessità collettive e alle risorse locali, la seconda all’organizzazione del lavoro, la terza agli scambi e al commercio, la quarta alle infrastrutture e, infine, in funzione comparativa e di confronto, una quinta sezione rivolta ad “altre montagne”.
Property rights and their violation. Expropriations and confiscations, 16th to 20th century
a cura di
L. Lorenzetti, M. Barbot, L. Mocarelli
Peter Lang, Bern 2012
ISBN 978-3-0343-0668-3
Property rights and their violation. Expropriations and confiscations, 16th to 20th century
La propriete violee. Expropriations et confiscations, XVIe-XXe siecles
Interest in the history of ownership rights is growing and spreading to different disciplines. Historians are turning their attention mainly to the rise of private and individual ownership as it was codified in 19th-century liberal Europe. In writing this history, however, their perspective has too often ignored the other side of the coin, namely the restrictions which the sovereign imposed on such rights, allegedly in the interest of the community. The papers collected in the present volume suggest that private property is not necessarily the most safeguarded legal model, hence it is not less vulnerable to violation. They construct a close analysis of the most common forms of abuse of private property on record – expropriation, seizure, and confiscation – perpetrated by public authorities. They also seek to define the uneasy, often intricate relation between legal and legitimate. In a perspective of lights and shadows, the role of confiscation and expropriation changes: now seen as powerful instruments of change, now as enduring factors of conservation in the evolution of private ownership rights.
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